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Il Sindaco Bencistà: "Domenica 30 Marzo uno degli eventi più importanti a livello regionale, nazionale e con risonanza europea".

AGIPRESS – FIRENZE - "Si tratta di uno degli eventi più importanti sull'agricoltura biologica a livello regionale e nazionale ma con risonanza anche europea. Un'occasione unica per fare il punto sul mondo del biologico, dalla produzione alla distribuzione, un'idea che parte dai Comuni come espressione istituzionale più vicina ai cittadini". Così il Sindaco di Greve in Chianti Alberto Bencistà alla vigilia dell’iniziativa, promossa da Città del Bio, Uncem e Assogal, dove si incontreranno, tra gli altri, i biodistretti della Toscana.  Appuntamento dunque a domenica 30 marzo (vedi programma allegato sotto) nella città di Greve in Chianti (FI),  dove a partire dalle 9 nella centralissima piazza Matteotti prenderà il via il Mercato Biologico Contadino, una ghiotta occasione per i bambini e le famiglie. A seguire presso la sala del Consiglio del Comune si avvicenderanno convegni e Forum dedicati all'agricoltura biologica con esperti e istituzioni locali, nazionali e internazionali a confronto.

L'EVENTO - “Questo evento – afferma Bencistà – avviene in due momenti significativi, sia perchè l'Unione Europea sta per approvare il documento sull'agricoltura biologica e poi perchè siamo ormai alla vigilia dell’Expo 2015 di Milano che avrà al proprio centro il tema dell’alimentazione e del cibo con tutte le sue coniugazioni possibili, soprattutto ambientali. Inoltre in un recente incontro a Berlino proprio su questi temi, con la presenza del sindaco di Torino Piero Fassino ci è stato proposto di organizzare un grande evento sul biologico all'interno di Expo, anche di questo ne parleremo domenica a Greve. Insomma – aggiunge Bencistà - per la Toscana si tratta di un'occasione straordinaria, la prima bio regione a livello nazionale all’avanguardia, anche alla luce della crescente richiesta del mercato di prodotti biologici che fanno bene alla salute e che allo stesso tempo contribuiscono in maniera significativa alla diminuzione dell’inquinamento". "Il Comune di Greve in Chianti con il suo Bio distretto è una delle esperienze più significative a livello nazionale ed ha avuto un largo consenso da parte degli agricoltori della nostra comunità,   dando vita ad un’alleanza tra gli agricoltori stessi, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni per la gestione sostenibile delle risorse. Invitiamo dunque  - conclude il Sindaco - tutti i cittadini a partecipare ai forum e agli incontri che si terranno domenica oltre che a visitare il mercato biologico, sarà una giornata unica per riflettere sul tema, acquistare prodotti, fare proposte e apprezzare le tipicità locali".

COSA E' UN BIO DISTRETTO - Sono quasi mezzo milione gli italiani che vivono nei 9 bio-distretti, distribuiti in 7 regioni e 93 comuni, per una superficie totale di 6.400 chilometri quadrati. Più di 1800 le aziende biologiche che vi operano per un totale di oltre 8.300 ettari di superficie agricola utilizzata. Il bio-distretto è un’area geografica nella quale si costituisce un’alleanza tra agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni per la gestione sostenibile delle risorse, sulla base del modello biologico di produzione e consumo.  Oggi, a comandare la carica dei territori che si organizzano attorno al biologico, c’è la Toscana, con i bio-distretti di Greve in Chianti, del Chianti storico e di San Gimignano, e la Campania, che annovera la più grande delle aree, quella del Cilento. Seguono la Calabria (con il bio-distretto Grecanico), il Lazio (bio-distretto Via Amerina e Forre), il Trentino Alto Adige (bio-distretto della Val di Gresta), la Liguria (bio-distretto della Val di Vara) e il Piemonte (bio-distretto delle Valli Valdesi). Molise, Puglia e Basilicata stanno oggi mettendo a punto la loro rete.

PRODOTTI E TERRITORIO - Nel Bio-distretto la promozione dei prodotti biologici si coniuga indissolubilmente con la promozione del territorio e delle sue peculiarità per raggiungere un pieno sviluppo delle potenzialità economiche. Vengono cioè messe in rete le risorse naturali, culturali, produttive di un territorio. Queste sono poi valorizzate da politiche orientate alla salvaguardia dell’ambiente, delle tradizioni e dei saperi locali. Ad esempio le amministrazioni si impegnano a tenere libero il territorio da OGM, a proporre solo cibo biologico nelle mense, ad assistere le aziende che vogliono diventare bio, a valorizzare il più possibile la produzione biologica. Dal canto loro gli agricoltori si impegnano a produrre biologico, i consumatori ad acquistarlo, le associazioni a promuoverlo e così via. Persino gli operatori turistici, attraverso gli eco-itinerari, possono riqualificare e destagionalizzare l’offerta turistica.

Fonte:
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